Etimologia nomi da facebook pag2 - Bentivoglio e dintorni

Vai ai contenuti

Menu principale:

Etimologia dei nomi dialettali degli uccelli della Pianura Bolognese



 
PAGINA 2
 
 
Pagina 1 - 2 - 3 - 4
 
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
LIMICOLI
 
Oggi parliamo dei LIMICOLI un vasto ed eterogeneo raggruppamento di uccelli acquatici dalle caratteristiche morfologiche simili che occupano Ila stessa nicchia ecologica. Il termine richiama l’abitudine di questi uccelli di abitare luoghi fangosi e paludosi; non ha valore tassonomico poiché non coincide con nessun genere, famiglia od ordine, bensì raggruppa al suo interno specie appartenenti a famiiglie diverse con stili di vita simili.
Ciascuno di noi, fotografi naturalisti, conosce bene le difficoltà del riconoscimento delle numerose specie appartenenti a questo raggruppamento; la ,grande varietà di piumaggi anche della singola specie (invernale, estivo, immaturo, in transizione ...) l’osservare spesso a grandi distanze, cosa che rende difficoltoso notare i dettagli più fini.
Come fare per indicarli in dialetto considerando che sono numerosissimi i limicoli che frequentano lo stesso ambiente? Come spiegare ad amici e conoscenti le specie. avvistate e (purtroppo) quelle uccise? Certamente il sistema più rapido ed immediato era dato dalle dimensioni degli uccelli; e cosi specie piccola-zampe corte un gran numero di specie furono e sono chiamate in dialetto GAMBLEN; e cosi pur con una certa confusione, i piro piro (ll boschereccio, piccolo) il corriere (piccolo e grosso) , che vedete nelle foto sono tutti chiamati GAMBLEN. Curioso iii caso del corriere piccolo: a terra viene riconosciuto facilmente per il suo modo di muoversi "correndo" velocemente e viene chiamato CURRIRE, N, mentre in volo, non essendo più riconoscibile diventa GAMBLEN.


Ascolta il verso del Corriere piccolo
 
Ascolta il verso del Coriere grosso
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
AVERLA
 
" LA FAMIGLIA DELLE AVERLE"
Oggi ho pensato di sottoporvi un quiz a cui siete chiamati a rispondere: io posto le foto delle quattro specie di Avèrla, vi indico sia i nomi italiani che i nomi scientifici, che quelli dialettali e vi invito a cercare il perché vengono così chiamate in dialetto bolognese. Una curiosità di questa specie, ma che non è in alcun modo in relazione con il loro nome dialettale, è che sono insettivori che catturano prede assai grandi per le loro dimensioni (topolini, lucertole rane ...) e che provvedono, una volta catturate, ad infilzarle in robuste spine o lungo i chiodi dei fili spinati; e questo sia per divorarle più comodamente, ma a volte anche per costituire una sorte di dispensa alimentare (vedi foto averla maggiore).
Sono quattro le specie di avèrla che sono presenti in Italia e che possono essere avvistate anche nel nostro territorio, alcune anche nidificanti (a. piccola e a. cenerina) ma tutte regolarmente avvistabili nei periodi di passo.

avèrla piccola-(Lanius collurio)-BUFERLA CEINA 
avèrla maggiore-(Lanius excubitor)-BUFERLA GROSA
avèrla capirossa- Lanius senator)-BUFERLA TESTA ROSSA 
avèrla cenerina-(Lanius minor)-BUFERLA ZINDREINA

Allora la domanda è :
Perchè vengono chiamate BUFFERLA ?
Da dove prendono il nome dialettale tutte e quattro le Specie?

Sotto la risposta;

Guardate la foto sotto: non vi sembra che quella parte mobile dell’elmo, che copre la faccia, dalla fronte fin sotto la bocca e si alzava e calava a volere del cavaliere, sia simile alla mascherina che appare sulla fronte della avèrle? E sapete come si chiama? BUFFA!!!! e da qui a BUFERLE la strada linguistica (dialettale) è stata breve.


Ascolta il verso della Averla Maggiore
 
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
MORIGLIONE
 
Oggi vorrei parlarvi del MORIGLIONE, una bellissima anatra tuffatrice che frequenta le nostre aree umide quando il livello dell'acqua è sufficiente (max 1mt.) per tuffarsi, raggiungere il fondo ed alimentarsi. È una di quelle anatre che, per la loro conformazione fisica per alzarsi in volo debbono "camminare sull'acqua" per qualche metro come potete vedere da una foto qui pubblicata. Il suo nome dialettale è MAGASS; diversi ornitologi e naturalisti di fine '800 inizio '900 si sono sbizzarriti per offrire interpretazioni etimologiche, alcune credibili, altre meno; io credo che l'interpretazione più credibile prenda origine da un riferimento alla anatomia degli uccelli; il loro sistema digerente è formato dal GOZZO, GOSS in dialetto, un sacchetto di spessa pelle situato subito sotto il collo che accoglie il cibo ingerito dall'animale con la funzione di ammorbidirlo, e dunque pian piano si riempie. Una volta ammorbidita, la massa alimentare passa gradualmente nel ventriglio, comunemente detto MAGONE, MAGON in dialetto, per essere triturata e digerita, e dunque il gozzo torna nuovamente ad essere sgonfio.
Se osservate bene la foto del maschio di moriglione pubblicata sotto, alla attaccatura del collo, proprio sotto il becco, la specie presenta un vistoso ed evidente rigonfiamento che ha fatto ritenere che fosse il gozzo pieno; cosa non vera perché questa postura è data dalle caratteristiche fisiche e strutturali del moriglione (e come si diceva una volta: petto in fuori e ... )
Complice una certa confusione tra ventriglio e gozzo, anzi tra magone e gozzo ed in dialetto tra MAGON E GOSS, il nome del MORIGLIONE, in dialetto, è diventato MAGASS.
Chiudo con un ricordo personale: quando da piccolo mi abbuffavo sulla tavoletta di cioccolato, mia nonna citava un vecchio proverbio: sta attenti che" AL'USEL INGOURD Al SCIUPPE' AL GOSS ". Cosa faccio: traduco? Si traducono: "ALL'UCCELLO INGORDO SCOPPIO' IL GOZZO"

 
Ascolta il verso
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
GALLINELLA D'ACQUA, PORCIGLIONE, SCHIRIBILLA, VOLTOLINO
 
Oggi vorrei parlarvi di quattro specie, appartenenti alla famiglia dei Rallidi, presenti negli ambienti umidi della bassa bolognese e precisamente della GALLINELLA D'ACQUA, del PORCIGLIONE, del VOLTOLINO e della SCHIRIBILLA.
Sono uccelli di piccola media-dimensione che vivono nascosti nella folta vegetazione palustre, che si involano di rado e in genere, se allarmati, corrono a nascondersi nella vegetazione. Mentre la gallinella è molto frequente e visibile ai bordi del canneto, ma anche su argini, fossi, e prati adiacenti, le altre tre specie invece sono difficilmente osservabili vivendo prevalentemente nella folta vegetazione, pur non essendo così rare come si può pensare. Queste quattro specie vengono chiamate con lo stesso nome dialettale: PURZLENA. Da dove proviene questo termine? Ora provate ad immaginare un cacciatore che, nascosto in un capanno, solitamente in "botte", sente con una certa frequenza questo canto (usa il codice QR sotto per riprodurlo).
Lo ascolta più volte nell'arco della mattinata e gli sembra molto simile, almeno nella parte terminale, al grugnito di un porcellino (il maiale giovane viene chiamato in alcune aree porcello) . Poi vede uscire dal canneto un uccello un po' più piccolo di una tortora di colore grigio­ piombo con un bel becco rosso con punta gialla (la gallinella appunto) e la battezza PURZLENA; ma non era lei la colpevole del canto ripetuto che aveva udito. Infatti, l'autore era il porciglione (anche il nome italiano riprende il suono del canto); le gallinelle sono numerose a di facile avvistamento, mentre porciglione, voltolino e schiribilla escono raramente dal folto del canneto, sono rapide a rientrare ed a nascondersi velocemente e cosi vengono visivamente confuse con le gallinelle a cui è già stato dato il nome. E nel dialetto bolognese tutte e quattro le specie vengono indicate con il termine di PURZLENA.

Ascolta il verso del Porciglione
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
FOLAGA
 
Ci sono nomi dialettali, come abbiamo visto, che si rifanno al canto e/o richiamo della specie ( vedi l'assiolo altri che richiamano caratteristiche fisiche deIla specie stessa (vedi l'upupa o il mestolone), altri invece sono delle semplici trasposizioni del termine italiano in dialetto; è il Caso della FOLAGA comunemente chiamata , nella bassa bolognese FOLGA.
La folaga è un rallide di colore nero-fumo, con becco biancastro e placca frontale bianca evidente. Il colore del corpo rappresenta una caratteristica per la quale è stato anche coniato il nome di PRITON in alcune aree del modenese o PRITÀN nel bolognese. Alcuni hanno anche identificato la placca frontale bianca della folaga con il collarino ecclesiastico indossato sotto l'abito talare dai preti, per rafforzare il nome dialettale. Ma a me, non risulta che questo nome venga utilizzato nel nostro territorio.
Alcune Curiosità si legano alla folaga. Ad esempio: il fatto che un disposto dell'autorità religiosa, stabilisse che la folaga dovesse essere "pesce" e non "carne", tanto da potersi mangiare nei giorni di magro, di vigilia e in Quaresima, il tutto perché, si diceva, mangiava pesce (cosa non del tutto vera).
Per tradizione il Doge di Venezia il giorno 4 dicembre, giorno di Santa Barbara, donava ai Veneziani poveri sei “anatre" , che erano prevalentemente folaghe (foeghe in veneziano). Anche perché, approfittando delle loro ritrosia ad alzarsi in volo, grandi gruppi di folaghe venivano circondate da decine di barchini dai quali cacciatori facevano vere e proprie stragi. Arrigoni degli Oddi afferma che "in una laguna veneta, da una ventina di piccole imbarcazioni furono uccise, in una sola battuta oltre 2000 folaghe. Ma secondo G. Scortecci " ... le carni sono dure, tenaci, amarognole onde è bene mangiarne poca e di rado. È cibo per zappatori e di persone che faticano essendo di dura digestione e di cattivo nutrimento". Ma, come si suol dire, la fame aguzza l'ingegno e le massaie dopo tante prove riuscirono a creare una ricetta, risotto con le folaghe, che è diventata famosa nel tempo , tanto da essere ripresa all'inizio del novecento dall’ Artusi nel suo celebre libro " la scienza in cucina e l'arte di mangiar bene"

Ascolta il verso
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
ALLODOLA
 
Oggi voglio parlarvi della Allodola, GIARON in dialetto bolognese.
Ma ho dovuto ricorre alla gentilezza e cortesia di William Vivarelli, un bravissimo fotografo, che mi ha autorizzato ad utilizzare alcune sue foto di allodola, non avendo io mai fotografato questo soggetto ornitologico. La galleria fotografica di William è strepitosa e veramente interessante vi invito a fare un passaggio sul suo sito che trovate a questo link:
http://www.vivarelli.net/httpwww-pbase.../
Torniamo alla allodola e al perché del nome dialettale GIARON e che cos'è un giaron? È un sasso, solitamente rotondeggiante di circa 8- 10 cm di diametro (vedi foto), una volta molto utilizzato per pavimentare strade, portici, cortili ,ma tale tecnica è stata, oggi, quasi totalmente superata, date la scomodità del camminarci sopra ( in particolare per le donne con scarpe con tacchi). L'allodola è un passeriforme che vive prevalentemente sul terreno, con piumaggio marron e bianco sporco che non presenta dimorfismo sessuale. Ha un volo battuto e si alza nel cielo percorrendo cerchi concentrici sempre più larghi, ma sempre nell'ambito di un ristretto territorio raggiungendo anche i 100 metri di altezza. E' un eccellente cantore e canta in continuazione mentre si alza in cielo. È il modo per delimitare il proprio territorio per poi scendere verso terra chiudendo le ali a raccolta sul corpo ed assumendo una discreta velocità di caduta, proprio come un sasso che cade dall'alto, UN GIARON appunto. A differenza del sasso, l'allodola a pochi metri da terra rispiega le ali ed atterra dolcemente.
L'allodola è stata oggetto di una caccia molto intensa sia in quanto cibo molto ricercato (Boerio, Arrigoni degli Oddi), ma sopra a tutto perché venivano impiegati specchietti e civette(vive!!!!) per attirarle alla portata del cacciatore. Inoltre, lungo le coste della Puglia e della Sicilia, durante le migrazioni, centinaia di cacciatori appostati compivano vere e proprie stragi, contando anche sullo sfinimento degli uccelli per la fatica per il lungo tragitto compiuto.
OGGI, PER FORTUNA (ANCHE DELLE CIVETTE), QUESTI SUBDOLI SISTEMI, IN MOLTE REGIONI, SONO VIETATI.

 
 
 
 
 
 
Ascolta il verso
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
LIMICOLI seconda parte
 
Vi. ricordate che qualche tempo fa abbiamo parlato di un gruppo di limicoli che in dialetto vengono chiamati GAMBLEN ? Abbiamo detto, in quella occasione, che il termine richiama l’abitudine di questi uccelli di abitare luoghi fangosi e paludosi e che, comunque, non ha valore tassonomico poiché non coincide con nessun genere, famiglia od ordine, bensì raggruppa al suo interno specie appartenenti a famiglie diverse con stilli di vita simili. Ma questo raggruppamento che potremmo definire con l'equazione TAGLIA PICCOLA-ZAMPECORTE = GAMBLEN' non esaurisce la totalità dei limicoli. Molte altre specie come PANTANE, PETTEGOLE, TOTANI, COMBATTENTI, PIOVANELLI ecc. frequentano lo stesso ambiente; anche qui, la grande varietà di piumaggi anche della singola specie (invernale, estivo, immaturo, in transizione ...) l’osservare spesso a grandi distanze, cosa che rende difficoltoso notare i dettagli più fini. E allora come fare? Semplice; adattiamo l'equazione TAGLIA MAGGIORE-GAMBE PIU' LUNGHE = GAMBELL. E cosi dopo i gamblen abbiamo" Al Gambell".
Anche per queste specie una curiosità : i Combattenti presentano un dimorfismo sessuale per quanto riguarda la taglia. Più piccola la femmina-GAMBLEN, più grande il maschio-GAMBELA

Ascolta il verso della Pantana
 
Ascolta il verso della Pettegola
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
PITTIMA REALE
 
Parliamo oggi della Pittima Reale, un uccello che mi ha molto incuriosito nel corso delle mie ricerche per determinare il suo nome dialettale; innanzi tutto è strano che, come abbiamo visto per il gruppo dei limicoli, la pittima non sia (quasi) mai chiamata in dialetto “gambela''; questo è sicuramente dovuto al fatto che è una specie facilmente riconoscibile per il suo aspetto fisico, per il suo avvicinamento e per il suo modo di alimentarsi; meritava quindi un nome tutto suo, ma i nomi dialettali che mi sono stati riferiti sono almeno due. Caratteristico è I' avvicinamento ll'area prescelta; di solito si tratta di un gruppo di poche decine di soggetti, ma il loro vociare è udibile a notevole distanza. E da qui, una parte dei cacciatori di valle chiama, in dialetto la pittima ".. VETTAVETTA".
Altri cacciatori invece individuano il nome dialettale dalla sua modalità di alimentazione; la pittima, infatti, si alimenta affondando nel "limo" il becco con frequenti, rapidi e veloci colpi, tanto da essere paragonata ad uno strumento usato per praticare fori nel terreno per sondaggio, per recuperare campioni di terra. Stiamo parlando della trivella che dialettizzato diventa " TRIVÈLA". Dalla sequenza di foto si può vedere come "estragga" dal terreno un verme per inghiottirlo.

Infine, una interessante curiosità; ad una pittima (minore) è stata installata una piccola e leggerissima trasmittente per studiare la sua direttrice di migrazione (vedi cartina itinerario)
SI INVOLA DALLA NUOVA ZELANDA; IL 17 MARZO ARRIVA IN ClNA; IL 24 DOPO UN VOLO ININTERROTTO DI 10.300 KM (1500 KM AL GIORNO A 60 KM ORARI DI MEDIA) SI FERMA IN ClNA PER 5 SETTIMANE PER ALIMETARSI; Il 2 MAGGIO RIPARTE, ALTRI 6.500 KM IN 6 GIORNI PER RAGGIUGERE L'ALASKA DOVE NIDIFICA; IL 30 AGOSTO RIPARTE PER LA NUOVA ZELADA, ALTRI 11.700 KM IN 7 GG STAVOLTA SEZA SOSTE INTEREDIE.

(ingrandisci)
Ascolta il verso
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
TARABUSINO
 
La specie di cui parliamo oggi è il TARABUSINO. È iI più piccolo degli aironi; un ardeide solitario e riservato con lunghe dita prensili, con le quali si aggrappa a rami e canne sporgenti nell'acqua, in precario equilibrio ed immobile mimetismo.
È un visitatore estivo e nidificante degli ambienti palustri e vallivi con ampia diffusione nelle zone interne e costiere della pianura padana, ma, con minor frequenza, dell'intero territorio italiano. Le sue caratteristiche di riservatezza, le sue capacità di mimetizzarsi fra le canne senza uscire quasi mai allo scoperto, rendono difficoltoso il suo avvistamento tanto da poter dire che la sua presenza sia più abbondante di quanto si possa pensare.
Le sue nome dialettale è TRENTACUST (trenta costole) derivante dal suo atteggiamento in posizione mimetica, che mette in evidenza il lungo collo; alcuni autori affermano anche che il nome dialettale bolognese sta ad indicare, in senso dispregiativo, lo scarso valore alimentare perché "pio oss che cheren'' (più ossa che carne); il senso dispregiativo della etimologia dialettale potrebbe essere suffragato anche dal nome dialettale assegnato in Romagna, SANTACUST (sessanta costole), è addirittura ZENTCUST(cento costole !!!) nel modenese. Ma,forse, c'era qualche problema nel conteggio!!!! Un'ultima curiosità: Ferrante Foschi afferma che in Romagna viene anche chiamato "chitàra”, perché resta immobile, con il collo lungo e disteso a perpendicolo che sembra proprio iI manico della cassa armonica costituita dal corpo del celebre strumento musicale.

 
 
 
 
 
 
Ascolta il verso
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
 
 
 
Pagina 1 - 2 - 3 - 4
 
Torna ai contenuti | Torna al menu