Piercrescenzi - Bentivoglio e dintorni

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Pietro de' Crescenzi
e
"Villa dell'Olmo"
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Agronomo, nato a Bologna verso il 1233, morto nella stessa città verso il 1320, autore dell'Opus ruralium commodorum (Liber cultus ruris), composto tra il 1304 e il 1309 e considerato il più importante trattato di agronomia medioevale. Tradizionalmente la data di nascita del Crescenzi è fatta risalire al 1233, ma tale indicazione non trova conferma esplicita nelle fonti. Il solo dato certo al riguardo è fornito dallo stesso che al momento di terminare il suo trattato si dice "septuagenarius". E poiché il trattato può essere attribuito con la massima approssimazione agli anni 1304-1309, ci si deve limitare a fissare la data di nascita nel decennio tra il 1230 e il 1240 e più verosimilmente al suo inizio. Il Crescenzi apparteneva con tutta probabilità ad un'antica famiglia di "popolani" di Bologna, Ebbe, come egli stesso ricorda, una formazione culturale varia. Avrebbe studiato a Bologna la logica, la medicina, le scienze naturali e soprattutto il diritto. Pur senza conseguire il dottorato (contrariamente all'opinione di G. Livi), approfondì gli studi giuridici fino al punto di comparire in due documenti notarili del 1268 con il titolo di "iudex".
Nel corso del trentennio che va dal 1268 al 1298 egli stesso ricorda in effetti nella sua opera di aver compiuto osservazioni agronomiche nei dintorni di altre città (Ancona, Bergamo, Chioggia, Cortona, Cremona, Cesena, Forlì, Mantova, Milano, Modena, Padova, Pistoia e Verona), nelle quali si può supporre che abbia esercitato le funzioni di giudice o di assessore. Nonostante ciò, parecchie tracce della sua presenza occasionale a Bologna sono, infatti, reperibili nei Memoriali notarili locali degli anni 1270, 1273-75, 1277, 1279, 1281-83 e 1286. Inoltre, la cedola di dichiarazione della sua proprietà immobiliare, che egli compilò per l'estimo del 1296-97, rivela un patrimonio solidamente impiantato e costituito da acquisti successivi e giudiziosi di terre - e case, sia a Bologna sia nel contado, intorno alla sua villa suburbana di Villa dell'Olmo, sita nel territorio di Urbizzano (oggi Rubizzano, frazione di San Pietro in Casale, presso Bologna).
A partire dal 1298 il Crescenzi sembra essersi definitivamente ritirato dalla vita pubblica. Divise allora il suo tempo tra Bologna e la sua residenza rurale di Villa dell'Olmo. Approfittò soprattutto di questo otium ben meritato per compilare la sua opera agronomica che egli dice di avere iniziato per invito insistente di un suo amico, il domenicano Aimerico Giliani da Piacenza, maestro generale dell'Ordine. Se si considera che fra' Aimerico fu eletto maestro generale nel capitolo generale di Tolosa del 1304 e che Carlo II d'Angiò, al quale il Crescenzi indirizzò l'epistola dedicatoria del suo trattato, morì nel 1309. Si può fissare con sicurezza agli anni 1304-1309 la conclusione dell'opera. Quest'ultimo periodo della sua vita è illuminato anche dalle dichiarazioni, per noi preziose, per gli estimi del 1304, 1308 e 1315-16, dichiarazioni che offrono un quadro della sua fortuna immobiliare, preciso se non proprio del tutto sincero. Nel 1288 il Crescenzi dettò un primo testamento, che ci è noto solo per una menzione indiretta. Il suo ultimo testamento, invece, datato 23 giugno 1320, si è conservato in extenso tra gli atti del diplomatico di S. Domenico di Bologna. Il Crescenzi non sopravvisse a lungo alle sue ultime volontà. Egli appare già deceduto, quasi nonagenario, in un protocollo del notaio Francesco da Lastigano in data 25 febbr. 1321. In conformità con il desiderio espresso nel suo testamento, egli fu sepolto sicuramente nel chiostro della chiesa dei domenicani di Bologna, non lontano dal luogo dove frate Aimerico Giliani, ispiratore della sua opera, scelse di farsi seppellire nel 1327. Le fonti notarili bolognesi offrono notizie precise sulla famiglia e la vita privata del Crescenzi. Egli sposò in prime nozze, nel gennaio del 1274, Geraldina de' Castagnoli, che gli portò una dote di 300 lire bolognesi in argento e beni mobili, come risulta dall'atto di costituzione dotale. Da lei ebbe almeno cinque figli. Vedovo poco dopo il dicembre del 1287, sposò in seconde nozze nel gennaio del 1289 Antonia, figlia del miles bolognese Tiberio de' Nascentori, dalla quale ricevette una dote considerevole attestata in tutti i dettagli. Anche da lei ebbe vari figli. Il Frati ha rinvenuto fra i registri notarili bolognesi gli atti di costituzione della dote di due delle sue figlie, Caterina (26 maggio 1289) e Mina (25 sett. 1318) e li pubblicò insieme con gli strumenti dotali delle due nuore Rustica da Mugello e Maria di Rolandino, spose rispettivamente dei suoi figli Crescenzio e Martino. I tre figli che gli sopravvissero, Crescenzio, Filippo e Martino, si divisero, secondo le disposizioni del testamento paterno, il patrimonio fondiario pazientemente accumulato dal Crescenzi in oltre trent'anni intorno alla sua proprietà di Villa dell'Olmo. Grazie all'estimo del 1308 sappiamo che questi tre figli servirono il Comune di Bologna "in exercitibus et cavalcatis"; ma nessuno dei discendenti del C. sembra avere lasciato tracce rilevabili nella storia cittadina.
Testo tratto da " Dizionario Biografico" Enciclopedia Treccani


Opere

Incunaboli
• Ruralia commoda. Augsburg, Johann Schüssler, 16 février 1471
• In commodum ruralium cum figuris libri duodecim. Speier, Peter Drach, c. 1490-1495.
• De Agricultura. Venezia, Matheo Capcasal, 1495.[2]
Cinquecentine
• (LA) De agricultura vulgare, Venezia, Alessandro Bindoni, 1519.
• Opera di agricoltura. / Pietro Crescentio. Nella qual si contiene a che modi si debbe coltiuar la terra: seminare, inserireli albei, gouernar gli giardini e glihorti: la proprieta de tutti e frutti, & herbe: la natura de tutti gli animali, & vccelli, ... - In Vinegia: per guglielmo da Fornareto de Monferra, 1534. adi. XVII. Agosto.
• de' Opera di agricoltura / Pietro Crescentio. Ne la qual si contiene a che modi si debbe coltiuar la terra, seminare inserire li alberi, gouernar gli giardini e gli horti, la proprieta de tutti i frutti. - In Venegia: per Bernardino de Viano de Lexona vercellese, 1536.
• de' Pietro Crescentio. Opera d'agricoltura. - In Venegia: per Bernardino de Viano, 1538.
• de' Pietro Crescentio. Opera d'agricoltura. - In Vinegia: per Bernardino de Viano de Lexona, 1528.
• De omnibus agriculturae partibus, & Plantarum animaliumq; natura & utilitate lib. xii... Basileae, per Henrichum Petri, 1548. Edizione Rivista I tempi della terra
Traduzioni
• Prima edizione in francese per ordine del re Carlo V di Francia manoscritta nel 1373.
o a stampa: Prouffits champestres et ruraule, touchant le labour des champs, vignes et jardins.
• Les profits champêtres de Pierre de Crescens. Paris, Chavane, 1965. Première édition en français moderne, établie d'après le manuscrit de la bibliothèque de l'Arsenal
Manoscritti
Ruralia commoda, 1471, Milano, Biblioteca Trivulziana, Fondo manoscritti, Triv. 834, ff. 1r-175v.
Testo tratto dal Dizionario Biografico "Enciclopedia Treccani"

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VILLA DELL' OLMO

 
La pianta sotto evidenzia il punto ove sorgeva la Villa di Pietro de' Crescenzi denominata "dell'Olmo". Il triangolo rosso ne evidenzia la collocazione precisa determinata dai ritrovamenti archeologici rinvenuti nella zona.
La numerazione  indica la posizione nelle schede di rischio Archeologico del Comune di San Pietro in Casale riportate dalla Reno Galliera.
Per meglio descrivere la piantina diremo che percorrendo da Bentivoglio la via Santa Maria in Duno verso Rubizzano ad un certo punto (all'altezza di via Olmo) la strada prenderà la denominazione di via Castello. A poca distanza la via farà una curva di novanta gradi a sinistra proseguendo verso Rubizzano (la strada sterrata a destra porta al Casone del Partigiano). A poche decine di metri sulla sinistra  si trova l'area dove sorgeva nel XIV secolo la villa del Botanico.

 
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