Larocca - Bentivoglio e dintorni

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Larocca

 
 
 







LA ROCCA
DI PONTE POLEDRANO
1390


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LA STORIA
 
È il 1° febbraio dell'anno 1352, il cardinale Androino de la Roche, legato pontificio a Bologna, concede a Guido di Egano Lambertini il permesso di edificare un mulino in una proprietà affacciata sul Navile nei pressi della località detta Ponte Poledrano. Alla data il corso del Navile, a Ponte Poledrano, si può stilizzare con le figure sotto in cui si evidenziano prima, nel 1352, la nascita del mulino e in seguito nel 1390 la costruzione, da parte del Comune di Bologna, della Rocca con la torre di avvistamento.
Nel 1460 la famiglia Bentivoglio diviene proprietaria della Rocca di Ponte Poledrano nella persona di Sante Bentivoglio. Gli interventi sulla rocca comunale effettuati dalla Famiglia furono di entità ridotta e segnarono il sostanziale cambiamento funzionale dell’edificio che, pur mantenendo elevato il livello di sicurezza, acquisì caratteristiche residenziali. 
La rocca era quindi preesistente alla Domus, costruita dal Comune allo scopo di controllare i confini verso i Marchesi D’Este. La fortificazione non aveva particolari funzioni difensive ma bensì di controllo della strada, del ponte sul Navile e dei mulini, infatti, ospitava una ridotta guarnigione stanziale formata da tre sole unità.
Quindi i compiti della rocca erano quelli di segnalare alla vicina Bologna qualsiasi situazione di minaccia. Di notte, sulla torre e più precisamente nel punto più alto, il torrino di segnalazione, venivano accesi fuochi all’interno di bracieri. In base al numero e all’intermittenza delle luci si indicavano le varie situazioni di pericolo, sia a Bologna (torre degli Asinelli) che a tutte le rocche limitrofe. Nelle ore diurne, invece, ci si serviva del braciere per fare fumo o eventualmente di una campana di segnalazione.
Giovanni II Bentivoglio mantenne intatta la rocca facendone un bastione difensivo per la Domus, raggiungibile, in caso di pericolo, attraverso un corridoio coperto e un piccolo ponte levatoio. Al tempo, avere una torre affiancata alla propria dimora era usuale come risulta evidente dal profilo dell’antica città di Bologna.
La Seconda guerra mondiale causò al castello ferite profonde, infatti, il 22 Aprile del 1945, i tedeschi in ritirata fecero saltare la torre trecentesca allo scopo di rallentare l'avanzata delle forze alleate. L'ingiuria inferta alla Domus Jocunditatis è ancor'oggi visibile.

 
 
 
 
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FOTO INTERNI
 
La Rocca, attualmente, non è accessibile a causa di lavori di ristrutturazione. In attesa di avere una documentazione fotografica migliore, anticipiamo quanto prodotto in una visita di qualche anno addietro.
Le due immagini sopra sono prese dal libro "IL CASTELLO DI BENTIVOGLIO" di Anna Laura Trombetti Budriesi e rappresentano le piante del piano terra ( a sinistra) e del primo piano della Rocca. Sotto il percorso
 
 
L'accesso alla Rocca avveniva attraverso un piccolo ponte levatoio che permetteva di superare la fossa che la divideva da un corridoio coperto. In fase di ristrutturazione il ponte oggi non è percorribile.



 
 
In questa immagine oltre alla porta d'ingresso alla Rocca, è visibile la lunga fenditura da cui fuoriusciva il "bolzone"  (o trave) che permetteva di sollevare il ponte levatoio. Nella foto sotto un esempio di ponte levatoio ad unico braccio.


 
 
All'interno, superata la porta d'ingresso, è ancora visibile il "bolzone" che con un contrappeso sollevava il piccolo ponte levatoio.
Superato il cortile interno, sulla destra sono visibili due rampe di scale (vedi pianta piano terra). La più piccola portava, attraverso una porta, alla torre non più esistente. L'altra portava al piano superiore.


 
 
 
 
Scala interna al piano superiore
Loggiato al primo piano
 
 
 
 
Ingresso alla sala del primo piano
Sala delle pitture
 
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PITTURE
 
 
 
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