Cappella - Bentivoglio e dintorni

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LA CAPPELLA DEL CASTELLO DI BENTIVOGLIO
a.d. 1390

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Dalla grande corte al piano terra si accede alla Cappella; anche qui i guasti del tempo sono visibili. All' inclemenza dei secoli, in questo caso, va aggiunto il modo con cui furono eseguiti le pitture. La tecnica usata non è quella dell'affresco ma una sorta di tempera che penetrando solo in superficie nell'intonaco sottostante si dimostrerà maggiormente deperibile con il trascorre del tempo. All'interno le pareti della cappella sono ornate dalle immagini dei Dodici Apostoli, ormai molto “sbiadite".
Poco leggibile è l'ornamento al centro della volta che include l'immagine di Gesù Cristo circondato dai quattro Evangelisti. Meglio conservata è la lunetta che sovrasta la porta d'ingresso (foto sotto) dove si trovano le figure di San Sebastiano e di un secondo Santo, incerto nella sua identità; forse San Giovanni o San Cristoforo o come più probabile San Giacomo Maggiore; recentemente è stata avanzata l'ipotesi di San Rocco quale elemento iconografico rafforzativo dell'immagine di Sebastiano, essendo anch'esso legato ad una funzione di protezione contro la “peste."
Non è facile dire se gli Apostoli della Cappella siano attribuibili, come è stato più volte ipotizzato, ad un giovane Lorenzo Costa la cui opera ebbe sovente Giovanni II quale illustre committente, a cui il Gozzadini attribuiva la "Madonna col bambino", sulla porta esterna della cappella, oggi scomparsa. In definitiva è difficile assegnare queste immagini sommamente sbiadite al classicismo esuberante di quell' artista, se non considerando che avrebbe operato in una fase ancora fortemente debitrice della scuola ferrarese e dello stile di Schifanoia. È forse più prudente mantenere l'anonimato del benemerito pittore, che seppe comunque interpretare un tema caro al repertorio iconografico bolognese. 
Sulla porta d’ingresso della Cappella, sulla lunetta esterna, in posizione incassata, è dipinto un pregevole Cristo in pietà, per quanto ammalorato. La sua chioma è lunga e dal suo petto scorrono tracce di sangue causate dalla corona di spine. La testa è delicatamente inclinata in avanti ed è coronata da una aureola fortemente prospettica. Sempre nell’area della Cappella va evidenziata, sopra la lunetta del Cristo, una pittura, ormai fortemente deteriorata, di una Madonna con Bambino attribuibile a Lorenzo Costa. Come si può notare dalle immagini la composizione e fortemente sbiadita e solo con un po’ di gestione fotografica la si può intravedere
In una nota del libro di Giovanni Gizzadini “Memorie per la vita di Giovanni II Bentivoglio” si legge:

“Alla lunetta del secondo arco vi è dipinta la Vergine assisa sur uno scanno col divino Fanciullo fra le braccia, lavoro di Lorenzo Costa che ha patito molta ingiuria dalla crudezza delle stagioni. Nel volto della benedetta Donna è espresso l’ingenuo candore della Madre dell’Uomo Dio. Un velo le cuopre metà della fronte, una veste porporina la persona. Dal capo un manto cilestre le scende fino ai piedi. Il divin Pargoletto cinto ai fianchi da un pannolino posa in grembo alla Genitrice. La di lui testolina ti ricorderebbe una di quelle del Francia. A fresco è il dipinto, né è da tacere vedervisi un po’ secche le forme, massime nelle estremità, trite le pieghe. Nel campo si legge in caratteri maiuscoli ‘’ Ioannes Bentivolus II….er…fecit anno domini MCCCCLXXX……decembris ‘’’

Nell’arco precedente a quello relativo all’entrata della cappella, fa bella mostra di sé un rilievo di una Madonna con Bambino. Non si conosce la provenienza né l’esecutore del rilievo, è certo però che faccia parte della numerosa serie di repliche della “Madonna dei Candelabri” di Antonio Rossellino (1427-1479). Alfonso Rubbiani nel suo libro, in cui parla della fase di restauro del castello, ci informa dei molteplici rinvenimenti nei vecchi ripostigli di fregi e stucchi originali che facilitarono la ricostruzione di stemmi e camini come quelli dell’epoca. Che la Madonna faccia parte di questo prezioso tesoro nascosto dalle “fate antiche”? (come dice lui). 
 
 
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