AVERLA PICCOLA-LANIUS COLLURIO

Appartiene all’ordine dei passeriformi ed alla famiglia dei lanidi; appartengono a questa famiglia uccelli con becco robusto ed adunco, con comportamento fiero ed aggressivo, accomunate dall’abitudine , più o meno spiccata, di infilzare le prede sulle spine, sui rami secchi appuntiti o sui fili spinati in modo da crearsi una riserva di cibo per i momenti di scarsità.

L’averla piccola  presenta una lunghezza di mm 180, un’ala di 93, un becco di 14 mm, ed un peso di circa 35 gr; l’iride si presenta grigio- brunastra.

Il maschio ha parti dorsali e scapolari rosse-castane, inferiori biancastre sfumate di rosa, testa, collo e groppone grigi-bluastri caratteristica maschera nera attraverso i lati del capo e coda nera lateralmente bordata di bianco; la femmina è bruno- rossastra di sopra e bianca-fulva,segnata di scuro più o meno fittamente di sotto; i giovani assomigliano alla femmina, ma sono più scuri e più pesantemente barrati.

A differenza delle altre averle, la piccola predilige le zone cespugliose ;nel suo territorio ci devono essere zone a fitta copertura vegetale,meglio se spinosa, alternate a spazi aperti con vegetazione erbacea bassa; questi elementi si rinvengono nelle campagne percorse da siepi, lungo strade o corsi d’acqua alberati; in montagna si spinge abbastanza in alto ,ma è particolarmente abbondante fra i 400 e 600 metri; ama starsene all’erta sulla sommità di pali, di alberi e cespugli , sui fili sempre ben in vista e con ampio campo visivo per poter avvistare le prede; il regime alimentare consiste di piccoli  insetti  come ortotteri, imenotteri, coleotteri,lepidotteri ma anche,piccoli vertebrati come arvicole, topi, toporagni ed anche nidiacei di piccoli passeracei;entrano a far parte della dieta anche lombrichi, ragni e vermi; caratteristica più delle altre averle è l’abitudine di  infilzare le prede su spine e su fili spinati in punti ben precisi del territorio

I maschi occupano le località di nidificazione in leggero anticipo rispetto le femmine e si mostrano subito molto attivi nelle dispute territoriali;all’arrivo delle femmine iniziano le parate nuziali che si concludono con l’offerta di cibo e, con le ali vibranti, l’ invito verso il sito di nidificazione dove ,se il sito è gradito ,avviene l’accoppiamento.

Il nido viene costruito inizialmente solo dal maschio per poi essere completato ,diciamo arredato dalla femmina e consta di una solida coppa di muschio e steli posati su una base un po’ disordinata e con elementi più grossolani; l’interno viene imbottito di sottili fili d’erba, lanuggine crini e piume;viene deposta una sola covata annua consistente generalmente in 4-5 uova che vengono covate principalmente dalla femmina per 15 giorni, regolarmente cibata dal maschio anche per i primi giorni dopo la schiusa delle uova ; entrambi i genitori si occupano dell’allevamento dei giovani che si involano dopo circa  15  giorni rimanendo però ancora dipendenti dai genitori per altr3-4 settimane.

Era questa la specie sicuramente più frequente nei nostri territori fino a qualche decina di anni fa con densità consistenti di coppie in nidificazione anche in territori  relativamente piccoli;in una siepe di qualche centinaio di metri si potevano anche trovare a convivere 3-4 coppie di averle piccole,territorialmente chiamate” buferle”

Dalla fine degli anni 50 questa specie ha subito una drastica e progressiva  riduzione di cui non si è ancora trovata una spiegazione scientifica completa; fra le cause più’ probabili vanno considerate l’evoluzione della agricoltura intensiva con la eliminazione delle siepi e l’uso massiccio dei pesticidi che hanno fortemente diradato ed in certi casi eliminato le principali fonti di alimentazione.

Oggi è specie non frequente,non si hanno notizie certe di nidificazioni anche non sono da escludere; è certamente presente nei periodi di passo.

 

NOTA DEL "WWF"

è osservabile in migrazione, sono possibili isolate nidificazioni non rilevate, ha nidificato all’Ercolana e a La Comune; fino ad alcuni decenni fa, come migratrice e nidificante, la specie era comune nella nostra pianura