AVERLA MAGGIORE –LANIUS EXCUBITOR

Appartiene all’ordine dei passeriformi ed alla famiglia dei lanidi; appartengono a questa famiglia uccelli con becco robusto ed adunco, con comportamento fiero ed aggressivo, accomunate dall’abitudine , più o meno spiccata, di infilzare le prede sulle spine, sui rami secchi appuntiti o sui fili spinati in modo da crearsi una riserva di cibo per i momenti di scarsità.

L’averla maggiore  presenta una lunghezza di mm 250, un’ala di 120  con conseguente apertura alare di alare di circa 270 mm, un becco di 18 mm, ed un peso di circa 65 gr; l’iride si presenta bruno scura.

Si distingue immediatamente per le grandi dimensioni, per la tinta rosata del petto; le parti inferiori sono bianche, quelle superiori grigio-perla e le ali nere con specchio bianco molto evidente anche in posizione di riposo facendole assumere una caratteristica colorazione bianco-nera;si differenzia inoltre dall’averla cenerina per la mancanza della mascherina frontale nera e per il sopraciglio bianco.

Non presenta un dimorfismo sessuale evidente anche se la femmina ha tinte e macchie meno evidenti; i giovani presentano una colorazione bruno grigiastra  con striature evidenti marginate di scuro.

A differenza dell’averla cenerina, la maggiore predilige le aree boscate, le zone cespugliose , i frutteti; ama starsene all’erta sulla sommità di pali, di alberi e cespugli , sui fili sempre ben in vista e con ampio campo visivo per poter avvistare le prede; il regime alimentare consiste di grossi  insetti  come ortotteri, imenotteri, coleotteri, ma anche,in grande proporzione di vertebrati come arvicole, topi, toporagni ed anche di piccoli uccelli; effettua le catture quasi sempre a terra dopo appostamento da un alto osservatorio; la preda viene uccisa a colpi di becco sul capo e trasportata immediatamente in luogo sicuro; il cibo in eccesso viene portato in speciali “riserve” sistemate su grosse biforcazioni o infilzate su spine.  

L’attività riproduttiva inizia abbastanza presto; già in febbraio la coppia inizia a pattugliare l’area di nidificazione cacciando tutti gli intrusi che entrano nel suo territorio, anche se di dimensioni maggiori come gazze e cornacchie; Il nido viene costruito da entrambi gli adulti ed a volte viene sistemato e riutilizzato quello dell’anno precedente e  posto generalmente su una biforcazione abbastanza ramificata tale da offrire un riparo fin che le foglie non offrono una  adeguata protezione ; infatti  le uova vengono deposte verso la fine di marzo ,quando i rami sono ancora spogli ; la covata  consiste in 4-5 uova che vengono covate principalmente dalla femmina per 15 giorni cibata dal maschio anche per i primi giorni dopo la schiusa delle uova ; entrambi i genitori si occupano dell’allevamento dei giovani che si involano dopo circa  20  giorni rimanendo però ancora dipendenti dai genitori per altri 20 giorni circa; una sola covata annua.

Oggi, dopo aver subito una sensibile diminuzione a causa delle trasformazioni ambientali, risulta essere rara e presente in oasi, saltuariamente, solo nei periodi migratori.   

 

NOTA DEL "WWF"

è stata osservata sporadicamente in migrazione e in inverno (ad es. 1 dal 27/11 all’1/12/’05, Gallerani P. com. pers., 1 dal 12 al 20/12/’06, Golinucci L. com. pers., 1 il 10/01/'08, 1 dall'11 al 13/11/'08), un individuo è rimasto in zona durante tutti gli inverni 1999-2000 e 2008-2009